Il Console d'Italia a Shanghai, Stefano Beltrame è stato molto gentile a dedicarmi il suo tempo per questa chiacchierata a Radio Yidali.
Ho trascritto l’intervista per aiutare gli studenti cinesi a comprenderla meglio.
L’intervista inizia con il saluto del Console alla comunità italiana di Shanghai e poi va avanti così.
Rocco Laoshi: Signor Console, il primo straniero a mettere piede a Shanghai è stato un italiano, il gesuita Lazzaro Cattaneo che arrivò nel 1608 , poi il suo collega, padre Francesco Brancati che ha fondato la prima chiesa cattolica nella metà del Seicento. Sono giusti questi dati? Che ne pensa?
Console: Beh, naturalmente Shanghai è una città molto recente. In passato il porto più importante di questa zona della Cina era Yangzhou, e c’era la città di Hangzhou che è descritta nel Milione di Marco Polo. Gli italiani, quindi, un po’ prima son venuti.
Rocco Laoshi : Ma è venuto Marco Polo….?
Console: A Shanghai no, perché non esisteva ancora. Marco Polo ha vissuto due anni a Yangzhou e poi a Hangzhou che descrive nel Milione come la città più bella del mondo. A Yangzhou c’era una comunità italiana nel Trecento. Un altro italiano famoso è Odorico da Pordenone. Inoltre ci sono delle tombe italiane e in particolare la tomba di una donna, Caterina Vilioni morta in Cina nella prima metà del XIV secolo e che veniva da Genova e commerciava nella seta. Mi piace pensare che il primo italiano di Shanghai sia in verità un cinese che era la controparte erudita di Matteo Ricci. Il suo nome è Xu Guanqi e a lui Shanghai dedica un parco e un quartiere che è Xujiahui. Nel parco c’è la tomba di quest’uomo con anche la statua di Matteo Ricci con il cannocchiale di Galileo in mano. Il legame con l’Italia è fortissimo.
Xu Guanqi è stato il primo cinese ad imparare il latino e l’italiano per parlare con Matteo Ricci e insieme hanno tradotto molti libri. Hanno tradotto Confucio in latino e anche Euclide in cinese, libro pubblicato nel 1607 (l’inizio della scienza moderna in Cina). Naturalmente lui era originario di Shanghai ma Shanghai non era ancora una città e quindi si sono conosciuti a Nanchino, la capitale del Sud. Questa famiglia di Xu Guanqi si è convertita al cattolicesimo e hanno donato terre di famiglia dove è nata poi la Chiesa dei Gesuiti Sant’Ignazio. Xu Guanqi rappresenta una figura straordinaria e per quello il Consolato gli ha anche dedicato una pagina su Wikepidia.
Rocco Laoshi : Sono anni che insegno l’italiano in Cina e vedo che ci sono tante scuole private dirette da imprenditori cinesi. Mi chiedo se lo Stato italiano ha in cantiere un progetto per costruire una scuola italiana in Cina.
Console: Lo Stato italiano non ha i mezzi finanziari per sostenere un’operazione di questo tipo ma a Shanghai c’è già la scuola Gianni Rodari e che ha 120 studenti dove le lezioni si svolgono il sabato per i bambini italiani, tra questi c’è anche mia figlia. Comunque stiamo pensando con la comunità italiana di fare una vera scuola italiana, iniziando dalle scuole materne con il metodo didattico del Reggio Children che è una delle eccellenze italiane nelle scuole di Reggio Emilia e prese a modello nelle scuole di tutto il mondo, tanto che il Newsweek l’ha definito come uno dei migliori metodi educativi al mondo. Questo è il metodo che vorremmo adottare. Infatti ieri c’era una conferenza con la professoressa Rinaldi. Noi vorremmo fare anche le medie e il liceo, insomma una vera scuola italiana. Il problema è trovare i finanziamenti, però sono molto determinato e penso che ce la faremo.
Rocco Laoshi: L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Perché esiste questo interesse per la nostra lingua?
Console: Beh, perché noi siamo l’Italia. L’Italia è quel Paese che racchiude il 70% del patrimonio culturale dell’umanità secondo l’Unesco. Io vengo da Verona che nel suo piccolo è matrimonio comune dell’umanità. Ci sono monumenti del secondo secolo a.C. La cultura italiana è molto rispettata anche dai cinesi che vedono l’Impero romano e il Rinascimento come dei simboli della cultura italiana. Ai tempi di Matteo Ricci, Cattaneo, e Martino Martini che stava a Hangzhou, questi sono stati i primi a fare la traslitterazione dei caratteri cinesi in latino. Insomma una forza culturale indiscutibile.
Rocco Laoshi: Signor Console, Lei viene da Verona. Come vede l’architettura a Shanghai essendo due città completamente diverse . Cosa porterebbe da Shanghai a Verona e viceversa?
Console: La Cina è esplosa. Quello che fa più impressione a uno straniero è vedere come a Pudong 30 anni fa non c’era nulla e 25 anni fa c’era la Pearl Tower mentre invece ora sorge una specie di Manhattan. Shanghai ha avuto un’esplosione urbanistica incredibile tuttora in corso.
Rocco Laoshi: L’unica cosa che è rimasta uguale a sé stessa è il fiume HuangPu. Quando lo faranno diventare blu?
Console: Non lo so. Verona invece è una città che difende gli antichi monumenti. L’Arena di Verona, è un’arena romana che ancora funziona. A Shanghai lavorano una ventina di studi di architetti italiani e si spera che con la loro esperienza faranno in modo di migliorare la qualità degli edifici qui a Shanghai. Questi grattacieli che noi vediamo sono sfavillanti come quelli di Los Angeles, ma in realtà la qualità italiana della struttura degli edifici ancora deve venire. E’ naturale che sia così, perché se la case sono esplose e aumentate in volume in tempi recenti , per avere la cultura dell’arredamento, della rifinitura che abbiamo noi, affinata nei secoli, ci vuole ancora un po’ di tempo. Credo che ci siano molti punti in comune.
Rocco Laoshi: Non molto lontano da Verona c’è Milano che fra poco “scoppierà” per l’Expo’ …
Console: Questo è un legame diretto tra Shanghai e l’Italia . Shanghai nel 2010 ha ospitato l’ultimo Expo’ e quello successivo, appunto, nel 2015 si tiene a Milano. Le città sono gemellate fin dagli anni Settanta . Naturalmente sono cose anche un po’ diverse. Shanghai ha avuto 75 milioni di visitatori e non credo che Milano sia in grado di gestire l’Expo’ con un traffico del genere. In realtà in Europa il target è tra i 15 e 20 milioni.
Rocco Laoshi: Pochi ma buoni.
Console : Pochi ma buoni. Noi, per l’Expo’ abbiamo fatto tantissimo, tantissimi eventi . Il Consolato in particolare ha raddoppiato la struttura per la emissione dei visti. L’anno scorso abbiamo emesso 111.000 visti , nel 2014, che , diciamo, è un lavoro sostanziale se si rende conto dei numeri e quest’anno noi possiamo serenamente raddoppiare tale numero e speriamo che molti cinesi vengano a visitare l’Expo’ di Milano e il resto del Paese.
Rocco Laoshi: Sono più snelle le procedure per fare i visti?
Console: Mah, purtroppo la normativa è complessa perché ha richieste di sicurezza che sono anche concepite per altre parti del mondo, non necessariamente per la Cina, e sono le stesse per tutti i Paesi europei . L’efficacia del servizio è dato dalle risorse di quello che uno ci investe. Io devo dire con grande orgoglio che insieme ai francesi, siamo il top qua a Shanghai. Infatti i visti li diamo in 36 ore.
Rocco Laoshi: Complimenti! Senta, signor Console, qual è l’eredità che la lasciato l’Italia all’Expo’ di Shanghai?
Console: Beh, noi abbiamo questo padiglione italiano che è stato per alcuni anni rigenerato in un museo italiano. Purtroppo questa non sarà una cosa che durerà ancora nel tempo perché tutta la zona sarà riconvertita in uffici e anche il nostro padiglione finirà per essere utilizzato al passo con le necessità economiche. L’eredità è la scoperta da parte dei cinesi del resto del mondo. A Shanghai la convenzione dell’Expo’ era per il pubblico cinese venire a vedere i padiglioni del resto del mondo come se uno andasse all’estero. Nel frattempo questi cinque anni la Cina è cresciuta tantissimo e punta ad andare lei stessa all’estero. Mentre prima l’esposizione nell’Ottocento serviva a far vedere ai locali il resto del mondo adesso il cinese ha la valigia e comincia a viaggiare per il resto del mondo.
Rocco Laoshi: Parlando degli italiani, ma quanti italiani ci sono oggi a Shanghai. C’è un numero preciso ?
Console: Noi siamo a Shanghai e in tutta la Cina Orientale ( il Jiangsu e lo Zhejiang). Siamo registrati in 3000 all’Aire cioè l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Calcoliamo però che quelli non registrati, per esempio studenti o gente che viene in base temporanea, uomini d’affare che stanno per periodi non fissi, siano altri 3000, quindi saremo circa 6000 italiani a Shanghai.
Rocco Laoshi: Chi deve iscriversi all’Aire?
Console: A norma di legge, chi cambia residenza entro sei mesi dovrebbe iscriversi. Ad esempio se io in Italia mi trasferisco da Verona a Milano devo cambiare la residenza. L’Aire è come il Comune degli italiani all’estero, quindi se uno sta qua fisso entro sei mesi dovrebbe fare il cambio di residenza.
Rocco Laoshi: Certo. Shanghai è una città tranquilla. Gli italiani, i turisti a cosa devono fare attenzione…ci sono truffe?
Console: Purtroppo qualche problemuccio c’è. Si viene spesso invitati a prendere il tè in case da tè oppure andare a vedere chissà quali mirabolanti occasioni di orologi Rolex più o meno veri, o la maglietta di marca più o meno vera e ci si trova con dei conti sproporzionati alla percezione del servizio ricevuto e quel punto è troppo tardi.
Rocco Laoshi: E’ un po’ come Napoli, forse un po’ più tranquilla.
Console: Sì, diciamo che la connessione viene fatta da molti. Non accettare di andare a bere del tè dagli sconosciuti e poi i falsi non vanno comprati.
Rocco Laoshi: Certo! Ormai è anche difficile trovare i falsi. Bisogna proprio darsi da fare per trovarli. Dove c’era il fake market adesso sono sorti questi grandi magazzini. Io ormai sono storia qui stando da più di dieci anni. Qual era la sua materia preferita quando era al liceo?
Console: Io non ero un grande studente, però forse la storia.
Rocco Laoshi: Infatti, se posso permettermi, La sento molto preparato sulle date cosa dove io invece sono una frana. Qual è la presenza del Sud Italia qui a Shanghai, domanda che mi viene spontanea essendo io del Sud.
Console: Stiamo cercando di costituire l’associazione dei pugliesi come c’è l’associazione dei veneti in Cina e Fogolar Furlan dei friulani. Stiamo cercando di stimolare la “nascita” dei pugliesi. Ci sono moltissimi siciliani e sardi però molto meno strutturati. Comunque l’Italia è molto bene rappresentata.
Rocco Laoshi: Quant’è presente il Consolato in rete attraverso Wechat. Weibo, Facebook…
Console: Grazie per la domanda. Questa è una cosa a cui tengo molto. Noi ogni settimana facciamo per la comunità un Wechat settimanale con vari articoli. La presentazione degli eventi italiani della settimana entrante. Questo ha avuto un riscontro positivo. Facciamo poi approfondimenti e post-produzione degli eventi italiani della settimana precedente. Per esempio questa settimana che si chiude abbiamo avuto la presentazione della biennale arte di Venezia, che è stato un evento secondo me molto interessante, e faremo un articolo che approfondisce la presenza italiana su questa città. Il Wechat come anche gli appuntamenti sono aperti alla comunità. Se per esempio chi insegna italiano volesse fare un articolo dove si studia italiano a Shanghai, noi saremmo ben lieti di pubblicarlo. Siamo anche su Weibo e abbiamo un sito ufficiale del Consolato. Devo dire che qui si fa fatica a seguire tutte le piattaforme tecnologiche. Da un punto di vista amministrativo le comunicazioni ufficiali sono solo quelle sul sito ufficiale del Consolato, non su Wechat e non su Weibo. Abbiamo anche Facebook che naturalmente è più rivolto all’Italia che alla Cina dato che qui non è agevole connettersi. Wechat invece in Italia non è ancora molto diffusa quindi manteniamo tanti canali. Diciamo che Wechat è il nostro cavallo di battaglia a Shanghai perché è bilingue ed è rivolto ai cinesi e alla comunità italiana.
Rocco Laoshi: Diciamo ai nostri ascoltatori che possono partire dal sito del Consolato italiano di Shanghai per poi fare la scansione del codice QR e quindi arrivare al vostro Wechat ufficiale.
Console: Sì, certo. Oppure è possibile partire dal Weibo e lì c’è questo bollettino settimanale.
Rocco Laoshi: Va benissimo. Io La ringrazio tantissimo per questa chiacchierata e sono davvero emozionato e sto tremando. Non me l’aspettavo di poterLa intervistare.
Console: Il Consolato è la casa di tutti gli italiani.
Rocco Laoshi: La ringrazio. E’ stato davvero un grande onore. Se vuole fare un ultimo saluto agli italiani e ai cinesi …
Console: Domani è il 21 di marzo, primo giorno di primavera (Capodanno del calendario Persiano) e vorrei fare a tutti gli auguri per un buon anno Persiano ( che è anche quello dell’oroscopo) per cui auguri a tutti di Primavera.
Rocco Laoshi: Auguri anche a Lei e grazie.
Console: Grazie.
Facendo la scansione di questo codice QR potrai seguire le attività del Consolato d'Italia a Shanghai direttamente da WECHAT.
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