Il Presidente Mattarella

Il Presidente Mattarella
Visita a Shanghai 2017

domenica 31 maggio 2015

Slang cinese

Sei mica per caso un 屌丝 Diǎo sī?
Una parola entrata nello slang nel 2012 e indica lo sfigato per eccellenza, il perdente, il Fantozzi della situazione.
Questo tipo in generale è alto 168 cm, e come stipendio guadagna meno di 2000 yuan. Usa solo cellulari low cost del tipo Huawei, Coolpad, Bird, Gionee.
Il nostro Fantozzi non va allo Starbucks, lui, come me, beve solo bevande da 3 yuan, passando dal tè Master Kong per finire con le aranciate piene di coloranti e additivi.
Adora gli instant noodles e la mattina fa colazione con un baozi, un panino alla cinese cotto a vapore.
È l’opposto di 高富帅  (gao fu shuai) alto, ricco e bello.
Su Weibo e altri social va di moda “吊丝勿加” (diao si wu jia) cioè “perdente non aggiungermi sul tuo weibo, non seguirmi”.
 “靠谱(kàopǔ)” è un termine slang ed usato quotidianamente. Significa “essere affidabile” o “che merita fiducia”. E’ usato come aggettivo per una persona o cosa.
她 很 诚实,是  一个 靠谱的人。Tā hěn chéngshí, shì yígè kàopǔ de rén. Lei è una persona sincera e affidabile.
Nǐ zhēn bú kàopǔ! 你 真 不 靠谱! Sei una persona inaffidabile.

ESERCIZIO:
Il  tuo amico non mantiene mai le promesse. Possiamo dire di lui che è…
a) 很靠谱(hěn kàopǔ)
b) 不靠谱(bú kàopǔ)
c) 靠谱(kàopǔ)

晒 (shài) = brillare, splendere, ardere,seccare al sole; esporsi al sole。 晒太阳 shài tàiyang = prendere il sole, 防晒霜 fángshàishuang = crema protezione solare.
Le parole a volte si arrichiscono di significato e nel nostro caso, 晒 nella lingua moderna aggiunge il significato di “mettere in mostra” determinate qualita’ o anche sfoggiare / mostrare delle foto su Internet “晒照片 (shài zhàopiàn). 晒工资 (shài gōngzī) divulgare il proprio stipendio e 晒幸福 (shài xìngfú) mostrare a tutti la propria felicita’ .
土 【Tǔ】lett. significa terra, ma oggi si usa anche per dire che una persona non ha maniere, non sa comportarsi, vestirsi etc. In pratica “cafone”. 你很土!
哇塞 [Wasāi] = Esclamazione di sorpresa Wow! Oh!
TMD = 他妈的 tāmāde . È volgare, significa “cazzo!” , “fanculo !”.
请喝茶 qǐng hē chá . Letteralmente significa ” prego, bevi il tè!” ma in altri contesti si riferisce al fatto che la polizia o qualsiasi autorità invitano qualcuno a bere il tè per interrogarlo.
海龟 hǎiguī . Si riferisce a quei cinesi che sono stati a studiare all’estero e che ora sono ritornati in patria.
打酱油 dǎjiàngyóu . Lett. versare la salsa di soia. Usato nel linguaggio Internet significa  “non sono affari miei”, “non mi interessa”.
粉丝 fěnsī In slang significa fans perché suona come l’inglese.

venerdì 29 maggio 2015

Furio, l'ideatore di Saporedicina.com

Furio è un ragazzo che ha vissuto a lungo in Oriente e conosce molto bene la Cina.
In questa intervista ci parla della sua esperienza in Cina, della sua vita in Francia come studente Erasmus e delle sue aspirazioni. Il suo blog saporedicina è molto seguito dai suoi fans.
Buon ascolto da Rocco Laoshi


Gianni Catani, esperto di cucina cinese

Il nostro chef, Gianni Catani, nasce a Napoli ma da anni vive a Roma dove ha maturato e perfezionato la sua passione per la cucina cinese che diffonde attraverso il suo blog cinaincucina e il suo canale YouTube.



Gianni ha una rubrica su Repubblica e ha partecipato anche al programma della Rai “A conti fatti” che gli ha fatto capire come gli italiani non conoscono molto bene la cucina cinese e che secondo lui sono rimasti indietro nei gusti.
Da piccolo stava a guardare sua madre che cucinava e quando è diventato grande ha iniziato a voler scoprire come preparare i piatti cinesi e per quello si è fatto aiutare da uno chef cinese. Senza neanche saper parlare l’italiano questo ragazzo gli ha insegnato il mondo dell’arte culinaria orientale.
Gianni andava da lui, gli diceva che piatti voleva fare e il cuoco cinese gli spiegava come prepararli. Naturalmente, alla base, Gianni aveva già delle conoscenze di cucina e degli ingredienti cinesi da usare nei piatti.
Gianni pensa che, anche se è italiano ha molta credibilità perché non ci sono tanti cuochi italiani che si occupano di cucina cinese pertanto quello che fa è piuttosto raro e lui
“fa un bell’effetto, di uno che ha scelto una bella strada, particolare e curiosa”.
Per il nostro esperto Gianni Catani il wok, ossia la pentola cinese, essendo di ferro, necessita di una preparazione particolare prima di preparare i piatti.
“Va messa sul fuoco con un leggerissimo strato di olio e aspettare che l’olio si bruci. Poi si mette sotto l’acqua fredda e ancora di nuovo sul fornello fino a quando non diventa tutta bruciata, nera”.
Ecco che a questo punto la pentola diventa antiaderente.
Per non fare attaccare il cibo al wok il trucco è di mettere molto olio nella pentola e aspettare che l’olio cominci ad emanare del fumo. Poi si toglie l’olio dalla pentola e si lascia raffreddare il wok.
“A quel punto la pentola si può rimettere sul fornello e non si attacca più niente”.
Per conoscere gli altri segreti di come trattare il wok o per avere una ricetta da Gianni Catani e per conoscere i suoi progetti futuri, vi invito ad ascoltare il resto dell’intervista.

Connie Chen ospite di Rocco Laoshi a Radio Yidali da Shanghai

Connie Chen è stata mia ospite a Radio Yidali ed è stata così carina a venirmi a trovare all'Istituto Italiano di Cultura di Shanghai dove abbiamo registrato questo podcast. E' una persona deliziosa come potete ascoltare dall'intervista e parla un italiano splendido oltre ad avere una bella voce calda.

Chen YuanAn (陈元安), questo è il suo vero nome cinese oltre ad occuparsi di alta moda dirigendo la sua Boutique "Della Mela" (www.dellamela.cn) è una delle protagoniste del talk-show "We Are Family"(生活大不同)che va in onda il sabato sul canale cinese Channel Young.




Teresa Pisano' si racconta a Radio Yidali

Avere un blog è ormai alla portata di tutti e poterlo gestire è diventato sempre più facile grazie alle moderne tecnologie.

Spesso uno potrebbe pensare che nessuno legga quello che scriviamo, in realtà ho potuto costatare personalmente che sempre più persone si interessano alla nostra vita pubblica e a quello che facciamo.





Così come è successo a Teresa Pisano' che di professione fa l'insegnante di italiano in Asia, come me. Un bel  giorno, anche grazie al suo blog Asiamonamour, viene notata dal cast del programma televisivo di RaiUNO "Overland 15" e ingaggiata come interprete per far parte della troupe.

Io l'ho raggiunta attraverso Skype e Teresa mi ha dedicato questa bella e lunga intervista che condivido con tutti voi.

Radio Yidali non è una radio vera e propria. Sono dei podcast creati e curati da me per divertimento. Sono reperibili anche su Itunes store, basta cercare alla voce RADIO YIDALI

Teresa ci parla del suo viaggio in Oriente e ci fa sognare con le sue descrizioni. Non voglio svelarvi nulla perché mi auguro che possiate ascoltare l'intervista qui di seguito suddivisa in prima e seconda parte.
Grazie e buon ascolto

Rocco Laoshi intervista il Console Stefano Beltrame per Radio Yidali

Il Console d'Italia a Shanghai, Stefano Beltrame è stato molto gentile a dedicarmi il suo tempo per questa chiacchierata a Radio Yidali. 



Ho trascritto l’intervista per aiutare gli studenti cinesi a comprenderla meglio.
L’intervista inizia con il saluto del Console alla comunità italiana di Shanghai e poi va avanti così.
Rocco Laoshi:  Signor Console, il primo straniero a mettere piede a Shanghai è stato un italiano, il gesuita Lazzaro Cattaneo che arrivò nel 1608 , poi il suo collega, padre Francesco Brancati che ha fondato la prima chiesa cattolica nella metà del Seicento. Sono giusti questi dati? Che ne pensa?
Console: Beh, naturalmente Shanghai è una città molto recente. In passato il porto più importante di questa zona della Cina era Yangzhou, e c’era la città di Hangzhou che è descritta nel Milione di Marco Polo. Gli italiani, quindi,  un po’ prima son venuti.
Rocco Laoshi : Ma è venuto Marco Polo….?
Console: A Shanghai no, perché non esisteva ancora. Marco Polo ha vissuto due anni a Yangzhou e poi a Hangzhou che descrive nel Milione come la città più bella del mondo. A Yangzhou c’era una comunità italiana nel Trecento. Un altro italiano famoso è Odorico da Pordenone. Inoltre ci sono delle tombe italiane e in particolare la tomba di una donna, Caterina Vilioni morta in Cina nella prima metà del XIV secolo e che veniva da Genova e commerciava nella seta. Mi piace pensare che il primo italiano di Shanghai sia in verità un cinese che era la controparte erudita di Matteo Ricci. Il suo nome è Xu Guanqi e a lui Shanghai dedica un parco e un quartiere che è Xujiahui. Nel parco c’è la tomba di quest’uomo con anche la statua di Matteo Ricci con il cannocchiale di Galileo in mano. Il legame con l’Italia è fortissimo. 
Xu Guanqi è stato il primo cinese ad imparare il latino e l’italiano per parlare con Matteo Ricci e insieme hanno tradotto molti libri. Hanno tradotto Confucio in latino e anche Euclide in cinese, libro pubblicato nel 1607  (l’inizio della scienza moderna in Cina). Naturalmente lui era originario di Shanghai ma Shanghai non era ancora una città e quindi si sono conosciuti a Nanchino, la capitale del Sud. Questa famiglia di Xu Guanqi si è convertita al cattolicesimo e hanno donato terre di famiglia dove  è nata poi la Chiesa dei Gesuiti Sant’Ignazio. Xu Guanqi rappresenta una figura straordinaria e per quello il Consolato gli ha anche dedicato una pagina su Wikepidia.
Rocco Laoshi : Sono anni che insegno l’italiano in Cina e vedo che ci sono tante scuole private dirette da imprenditori cinesi. Mi chiedo se lo Stato italiano ha in cantiere un progetto per costruire una scuola italiana in Cina.
Console: Lo Stato italiano non ha i mezzi finanziari per sostenere un’operazione di questo tipo ma a Shanghai c’è già la scuola Gianni Rodari e che ha 120 studenti dove le lezioni si svolgono il sabato per i bambini italiani, tra questi c’è anche mia figlia. Comunque stiamo pensando con la comunità italiana di fare una vera scuola italiana, iniziando dalle scuole materne con il metodo didattico del Reggio Children che è una delle eccellenze italiane nelle scuole di Reggio Emilia e prese a modello nelle scuole di tutto il mondo, tanto che il Newsweek l’ha definito come uno dei migliori metodi educativi al mondo. Questo è il metodo che vorremmo adottare. Infatti ieri c’era una conferenza con la professoressa Rinaldi. Noi vorremmo fare anche le medie e il liceo, insomma una vera scuola italiana. Il problema è trovare i finanziamenti, però sono molto determinato e penso che ce la faremo.
Rocco Laoshi: L’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Perché esiste questo interesse per la nostra lingua?
Console: Beh, perché noi siamo l’Italia. L’Italia è quel Paese che racchiude il 70% del patrimonio culturale dell’umanità secondo l’Unesco. Io vengo da Verona che nel suo piccolo è matrimonio comune dell’umanità. Ci sono monumenti del secondo secolo a.C. La cultura italiana è molto rispettata anche dai cinesi che vedono l’Impero romano e il Rinascimento come dei simboli della cultura italiana. Ai tempi di Matteo Ricci, Cattaneo, e Martino Martini che stava a Hangzhou, questi sono stati i primi a fare la traslitterazione dei caratteri cinesi in latino. Insomma una forza culturale indiscutibile.
Rocco Laoshi: Signor Console, Lei viene da Verona. Come vede l’architettura a Shanghai essendo due città completamente diverse . Cosa porterebbe da Shanghai a Verona e viceversa?
Console: La Cina è esplosa. Quello che fa più impressione a uno straniero è vedere come a Pudong 30 anni fa non c’era nulla e  25 anni fa c’era la Pearl Tower mentre invece ora sorge una specie di Manhattan. Shanghai ha avuto un’esplosione urbanistica incredibile tuttora in corso.
Rocco Laoshi: L’unica cosa che è rimasta uguale a sé stessa è il fiume HuangPu. Quando lo faranno diventare blu?
Console: Non lo so. Verona invece è una città che difende gli antichi monumenti. L’Arena di Verona, è un’arena romana che ancora funziona. A Shanghai lavorano una ventina di studi di architetti italiani e si spera che con la loro esperienza faranno in modo di migliorare la qualità degli edifici qui a Shanghai. Questi grattacieli che noi vediamo sono sfavillanti come quelli di Los Angeles, ma in realtà la qualità italiana della struttura degli edifici ancora deve venire. E’ naturale che sia così, perché se la case sono esplose e aumentate in volume in tempi recenti , per avere la cultura dell’arredamento, della rifinitura che abbiamo noi, affinata nei secoli, ci vuole ancora un po’ di tempo. Credo che ci siano molti punti in comune.
Rocco Laoshi: Non molto lontano da Verona c’è Milano che fra poco “scoppierà” per l’Expo’ …
Console: Questo è un legame diretto tra Shanghai e l’Italia . Shanghai nel 2010 ha ospitato l’ultimo Expo’ e quello successivo, appunto, nel 2015 si tiene a Milano. Le città sono gemellate fin dagli anni Settanta . Naturalmente sono cose anche un po’ diverse. Shanghai ha avuto 75 milioni di visitatori e non credo che Milano sia in grado di gestire l’Expo’ con un traffico del genere. In realtà in Europa il target è tra i 15 e 20 milioni.
Rocco Laoshi: Pochi ma buoni.
Console : Pochi ma buoni. Noi, per l’Expo’ abbiamo fatto tantissimo, tantissimi eventi . Il Consolato in particolare ha raddoppiato la struttura per la emissione dei visti. L’anno scorso abbiamo emesso 111.000 visti , nel 2014, che , diciamo, è un lavoro sostanziale se si rende conto dei numeri e quest’anno noi possiamo serenamente raddoppiare tale numero e speriamo che molti cinesi vengano a visitare l’Expo’ di Milano e il resto del Paese.
Rocco Laoshi: Sono più snelle le procedure per fare i visti?
Console: Mah, purtroppo la normativa è complessa perché ha richieste di sicurezza che sono anche concepite per altre parti del mondo, non necessariamente per la Cina, e sono le stesse per tutti i Paesi europei . L’efficacia del servizio è dato dalle risorse di quello che uno ci investe. Io devo dire con grande orgoglio che insieme ai francesi, siamo il top qua a Shanghai. Infatti i visti li diamo in 36 ore.
Rocco Laoshi: Complimenti! Senta, signor Console, qual è l’eredità che la lasciato l’Italia all’Expo’ di Shanghai?
Console: Beh, noi abbiamo questo padiglione italiano che è stato per alcuni anni rigenerato in un museo italiano. Purtroppo questa non sarà una cosa che durerà ancora nel tempo perché tutta la zona sarà riconvertita in uffici e anche il nostro padiglione finirà per essere utilizzato al passo con le necessità economiche. L’eredità è la scoperta da parte dei cinesi del resto del mondo. A Shanghai la convenzione dell’Expo’ era per il pubblico cinese venire a vedere i padiglioni del resto del mondo come se uno andasse all’estero. Nel frattempo questi cinque anni la Cina è cresciuta tantissimo e punta ad andare lei stessa all’estero. Mentre prima l’esposizione nell’Ottocento serviva a far vedere ai locali il resto del mondo adesso il cinese ha la valigia e comincia a viaggiare per il resto del mondo.
Rocco Laoshi: Parlando degli italiani, ma quanti italiani ci sono oggi a Shanghai. C’è un numero preciso ?
Console: Noi siamo a Shanghai e in tutta la Cina Orientale ( il Jiangsu e lo Zhejiang). Siamo registrati in 3000 all’Aire cioè l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Calcoliamo però che quelli non registrati, per esempio studenti o gente che viene in base temporanea, uomini d’affare che stanno per periodi non fissi, siano altri 3000, quindi saremo circa 6000 italiani a Shanghai.
Rocco Laoshi: Chi deve iscriversi all’Aire?
Console: A norma di legge, chi cambia residenza entro sei mesi dovrebbe iscriversi. Ad esempio se io in Italia mi trasferisco da Verona a Milano devo cambiare la residenza. L’Aire è come il Comune degli italiani all’estero, quindi se uno sta qua fisso entro sei mesi dovrebbe fare il cambio di residenza.
Rocco Laoshi: Certo. Shanghai è una città tranquilla. Gli italiani, i turisti  a cosa devono fare attenzione…ci sono truffe?
Console: Purtroppo qualche problemuccio c’è. Si viene spesso invitati a prendere il tè in case da tè oppure andare a vedere chissà quali mirabolanti occasioni di orologi Rolex più o meno veri, o la maglietta di marca più o meno vera e ci si trova con dei conti sproporzionati  alla percezione del servizio ricevuto e quel punto è troppo tardi.
Rocco Laoshi: E’ un po’ come Napoli, forse un po’ più tranquilla.
Console: Sì, diciamo che la connessione viene fatta da molti. Non accettare di andare a bere del tè dagli sconosciuti e poi i falsi non vanno comprati.
Rocco Laoshi: Certo! Ormai è anche difficile trovare i falsi. Bisogna proprio darsi da fare per trovarli. Dove c’era il fake market adesso sono sorti questi grandi magazzini. Io ormai sono storia qui stando da più di dieci anni. Qual era la sua materia preferita quando era al liceo?
Console: Io non ero un grande studente, però forse la storia.
Rocco Laoshi: Infatti, se posso permettermi, La sento molto preparato sulle date cosa dove io invece sono una frana. Qual è la presenza del Sud Italia qui a Shanghai, domanda che mi viene spontanea essendo io del Sud.
Console: Stiamo cercando di costituire l’associazione dei pugliesi come c’è l’associazione dei veneti in Cina e Fogolar Furlan dei friulani. Stiamo cercando di stimolare la “nascita” dei pugliesi. Ci sono moltissimi siciliani e sardi però molto meno strutturati. Comunque l’Italia è molto bene rappresentata.
Rocco Laoshi: Quant’è presente il Consolato in rete attraverso Wechat. Weibo, Facebook…
Console: Grazie per la domanda. Questa è una cosa a cui tengo molto. Noi ogni settimana facciamo per la comunità un Wechat settimanale con vari articoli. La presentazione degli eventi italiani della settimana entrante. Questo ha avuto un riscontro positivo. Facciamo poi approfondimenti e post-produzione degli eventi italiani della settimana precedente. Per esempio questa settimana che si chiude abbiamo avuto la presentazione della biennale arte di Venezia, che è stato un evento secondo me molto interessante, e faremo un articolo che approfondisce la presenza italiana su questa città. Il Wechat come anche gli appuntamenti sono aperti alla comunità. Se per esempio chi insegna italiano volesse fare un articolo dove si studia italiano a Shanghai, noi saremmo ben lieti di pubblicarlo. Siamo anche su Weibo e abbiamo un sito ufficiale del Consolato. Devo dire che qui si fa fatica a seguire tutte le piattaforme tecnologiche. Da un punto di vista amministrativo le comunicazioni ufficiali sono solo quelle sul sito ufficiale del Consolato, non su Wechat e non su Weibo. Abbiamo anche Facebook  che naturalmente è più rivolto all’Italia che alla Cina dato che qui non è agevole connettersi. Wechat invece in Italia non è ancora molto diffusa quindi manteniamo tanti canali. Diciamo che Wechat è il nostro cavallo di battaglia a Shanghai perché è bilingue ed è rivolto ai cinesi e alla comunità italiana.
Rocco Laoshi: Diciamo ai nostri ascoltatori che possono partire dal sito del Consolato italiano di Shanghai per poi fare la scansione del codice QR e quindi arrivare al vostro Wechat ufficiale.
Console: Sì, certo. Oppure è possibile partire dal Weibo e lì c’è questo bollettino settimanale.
Rocco Laoshi: Va benissimo. Io La ringrazio tantissimo per questa chiacchierata e sono davvero emozionato e sto tremando. Non me l’aspettavo di poterLa intervistare.
Console: Il Consolato è la casa di tutti gli italiani.
Rocco Laoshi: La ringrazio. E’ stato davvero un grande onore. Se vuole fare un ultimo saluto agli italiani e ai cinesi …
Console: Domani è il 21 di marzo, primo giorno di primavera (Capodanno del calendario Persiano) e vorrei fare a tutti gli auguri per un buon anno Persiano ( che è anche quello dell’oroscopo) per cui auguri a tutti di Primavera.
Rocco Laoshi: Auguri anche a Lei e grazie.
Console: Grazie.
Codice QR WECHAT                      
Facendo la scansione di questo codice QR potrai seguire le attività del Consolato d'Italia a Shanghai direttamente da WECHAT.

giovedì 28 maggio 2015

Radio Yidali ha intervistato Christian Bachini


Christian Bachini nasce a Parma nel 1985, ma a due anni si trasferisce a Prato. All’età di dieci anni vede i film di Jackie Chan e decide che da grande farà l’attore di arti marziali. Il  suo nome in cinese è Ah Kang, cioè “Sfida”
Nel 2008 studia la lingua cinese per realizzare il suo sogno di andare in Cina, la patria dei film delle arti marziali, e in Cina comincia a mettere le basi per diventare un attore di 
Kung fu molto affermato. 

giovedì 21 maggio 2015

Rocco Laoshi ha intervistato Stefano Forti, il coreografo di Raffaella Carrà.


Stefano Forti, lo storico primo ballerino e coreografo di Raffaella Carrà è stato così gentile ad accettare questa intervista. 
Stefano ha lavorato per vent’anni con Raffaella e questo lungo periodo gli “sembra di essere volato”. Durante questa chiacchierata Stefano ha ripercorso la carriera della nostra diva internazionale.
Per Radio Yidali da Shanghai è davvero un grande regalo averlo come ospite perché è un artista che  raramente rilascia dichiarazioni su Raffaella. Stefano nutre un “senso di riconoscenza” perché quando ha iniziato a lavorare con Raffaella aveva solo 17 anni.


Stefano dice di Raffaella:

"Le devo tanto. Per me è stata un’amica, una mamma, una compagna. Per me Raffaella ha rappresentato tutto. Ha cambiato la mia vita in positivo" .


Stefano Forti : “Il mio mito è Baryshnikov. Lo veneravo, lo studiavo, lo imitavo, addirittura”.




Il maestro Forti ha iniziato a ballare su RAI 1 con  Raffaella  a  «Pronto…Raffaella? » e successivamente  è stato promosso come coreografo al  « Raffaella Carrà Show » su Canale 5.
E' stato sempre presente a fianco della Carrà anche in Spagna a partire dal 1993 curando le coreografie di «Hola Raffaella » e l’ultimo show che l’ha visto insieme a Raffaella è stato « Carràmba, che fortuna! » del 2001.
Qui li vediamo ballare insieme in Spagna, il tuca tuca.












Stefano è una persona molto riservata e non ama parlare della sua vita privata ma per quanto riguarda la sua carriera artistica invece è molto aperto e mi svela anche delle cose poco note di Raffaella, almeno a me, come per esempio il fatto che Raffaella abbia un compagno che si chiama Claudio, un “bravo ragazzo, molto umile e molto perbene” e che è anche la sua guardia del corpo. Naturalmente avevo visto alcune loro foto sui giornali ma non avevo mai fatto attenzione che si trattasse del compagno, anche perché Raffaella si fa vedere in giro sempre con Sergio Iapino.
Stefano parla anche della De Filippi e mi racconta che il suo programma  « Amici » in realtà è quello che faceva già la Carrà, anche se con una formula diversa.
“Raffaella è stata la prima in assoluto ad avere l’idea del talent show come lo fa oggi la De Filippi”.
Stefano doveva essere presente anche a « Forte Forte Forte ». Raffaella lo aveva chiamato per partecipare allo show ma non gli stavano bene certe cose con i vari produttori e ha rifiutato di ritornare dopo tanto tempo.
“Ho deciso di rinunciare piuttosto che rientrare male e infatti il programma non è neanche andato un granché” .
Raffaella è soggetta a tutto” continua Stefano e tutti sono pronti a criticarla.
Stefano ritiene che il format « Forte Forte Forte » sia un po’ vecchio ma spera che in Spagna possa andare bene,  qualora dovesse essere esportato.
Stefano crede che il pubblico in Spagna sia più morbido, meno critico e che la televisione lasci più spazio alla creatività e non è così severa nel cancellarti il programma dopo quattro puntate se non va bene in termini di ascolto.
Se il  talent show « Forte Forte Forte » non è andato bene, continua il coreografo, la colpa è stata anche di Raffaella poiché
 “come padrona di casa, non le sfugge mai niente” .
Anche il regista Sergio Iapino avrebbe dovuto fare un lavoro più accurato nella selezione dei giovani talenti e nello gestire il tutto. Fatto sta che Raffaella lo difende sempre perché
ha sempre stravisto per lui, anche se Sergio sbagliava, stava sempre davanti a tutto e tutti. Quando una donna è innamorata è difficile che sia obiettiva e lei non lo è mai stata nei suoi confronti, devo essere sincero”.
Per Stefano anche  “gli autori di Forte Forte Forte non erano un granché”. E si sbilancia anche sul modo di fare televisione oggigiorno.
“Adesso con gli appalti è tutto cambiato in TV. Purtroppo devi far capo ad un produttore. Se ti metti d’accordo va bene, altrimenti arrivederci”.
Parlando di varietà televisivi Stefano vorrebbe lavorare come coreografo ad un eventuale remake del varietà del sabato sera  « Fantastico » che negli anni Ottanta e Novanta era lo spettacolo più atteso dal pubblico televisivo e dove il balletto era una delle colonne portanti. A « Fantastico »  “c’erano costumi sfarzosi, scenografie milionarie e tantissimi ballerini. Tra uomini e donne eravamo una ventina”. Del « Fantastico » di Raffaella con Johnny Dorelli ricordiamo anche la ballerina Mia Molinari che secondo Stefano non è riuscita ad emergere
“per colpa del suo carattere (un po’ come Heather) …è abbastanza uterina…sicuramente con talento ma con un caratterino che alla fine l’ha penalizzata”.
Heather Parisi per Stefano  “è stata, come danzatrice televisiva, forse la migliore”.
Lorella Cuccarini:  “è la persona più umile che abbia conosciuto, la persona della porta accanto”.
Abitavano nella stessa zona e si incontravano anche spesso. Stefano la conosce molto bene, ha un ricordo molto piacevole e si dispiace del fatto che non abbia avuto il successo che meritava.
Durante questa lunga chiacchierata Stefano mi ha raccontato anche dell’amore di Raffaella Carrà per la pasta e non mi aspettavo che Raffaella fosse una buona forchetta, che mangiasse molto,  dato che in video è sempre in splendida forma. Stefano mi dice che Raffaella si mantiene così perché si cura molto, fa ginnastica e massaggi.
Stefano ha girato tutto il mondo ma non nasconde che gli piacerebbe avere un’esperienza artistica anche in Oriente. Io lo aspetto qui in Cina e quando si deciderà a venire, magari potremmo collaborare in qualche modo.
Il resto dell’intervista potete trovarlo anche cliccando questo link che vi porterà al podcast dedicato a Raffaella Carrà e a Stefano Forti, of course.
Questa intervista è il regalo che mi ha fatto Stefano Forti. Un’intervista che non osavo neanche chiedergli perché  lo vedevo così distante da me invece si è rivelato un amico e mi ha fatto sognare ricostruendo anni di varietà dove Raffaella è stata la protagonista di bei momenti di televisione.

Mi ha anche fatto i complimenti per la mia partecipazione a « Host-off » il programma della ICS di Shanghai dove mi sono divertito a ballare una  macarena molto particolare che ha riscosso molto successo in Cina

Stefano ha continuato a farmi sognare promettendomi di fare ascoltare questo podcast a Raffaella. Chissà! Beh, non ha importanza se lo ascolterà, per me è importante continuare a sognare e condividere la sua fantasia, quella di un’artista che mi ha accompagnato dall’infanzia e che porto sempre con me poiché è parte di me.
Grazie al maestro Stefano Forti e un abbraccio a tutti i fans di Raffaella da Rocco Laoshi, dove LaoShi in cinese significa maestro.
L'intervista è anche qui su Itunes Store








罗格老师教你怎么发意大利语大舌音 Rocco Laoshi ti insegna a pronunciare la erre


Ciao a tutti da Rocco.
Provate questi miei consigli per imparare a pronunciare la erre e poi fatemi sapere se ci siete riusciti.
Non dovete arrendervi, dovete continuare ad esercitarvi.